Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità è diventato sempre più centrale nel panorama economico e finanziario, influenzando in modo significativo i rapporti tra imprese e istituti di credito. In particolare, le banche sono sempre più chiamate a valutare l’impatto ambientale, sociale e di governance (ESG) delle aziende a cui concedono finanziamenti, in linea con le normative europee in materia di finanza sostenibile. Tuttavia, questa crescente attenzione ha portato con sé una moltiplicazione delle richieste di informazioni rivolte alle imprese, generando un onere significativo, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI), spesso prive di strumenti e risorse per gestire una rendicontazione ESG complessa.
Per rispondere a questa sfida e favorire un dialogo più efficiente tra il mondo bancario e le PMI, il 6 dicembre 2024 è stato pubblicato il documento “Il dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche”, frutto della collaborazione tra Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Banca d’Italia, Consob e IVASS, nell’ambito del Tavolo per la Finanza Sostenibile. Si tratta di un’iniziativa strategica volta a armonizzare la raccolta di dati ESG tra gli istituti finanziari, garantendo maggiore coerenza e proporzionalità nelle richieste rivolte alle imprese.
Obiettivi del documento
Il documento, pubblicato il 6 dicembre 2024, è il risultato di un lungo processo di consultazione tra diverse istituzioni (MEF, MIMIT, Banca d’Italia, Consob, IVASS) nell’ambito del “Tavolo per la Finanza Sostenibile”.
Gli obiettivi principali sono:
• Facilitare lo scambio di informazioni tra PMI e banche con criteri di
standardizzazione, proporzionalità ed efficienza.
• Aumentare la consapevolezza delle PMI sull’importanza della sostenibilità e favorire
l’adozione dello standard VSME sviluppato da EFRAG.
Il contesto normativo
Le banche, a seguito del Regolamento di Esecuzione UE 2022/2453, devono raccogliere informazioni ESG dalle imprese per la gestione dei rischi. Tuttavia, la mancanza di standardizzazione ha generato una moltiplicazione dei questionari ESG, con conseguenti oneri amministrativi per le imprese.
Per questo motivo, a livello UE è stato adottato il Regolamento UE 2024/3005, volto a uniformare il rating ESG e aumentarne la trasparenza e la comparabilità.
Parallelamente, in Italia si è lavorato per armonizzare le richieste informative tra le banche e le PMI.
Parallelismo con gli standard VSME
Il documento si allinea agli standard di rendicontazione volontaria per le PMI (VSME)
dell’EFRAG, suddividendo le informazioni ESG in due livelli di disclosure:
1. Modulo Base (Priorità 1) → Informazioni essenziali per le banche.
2. Modulo Completo (Priorità 2) → Dati aggiuntivi, inclusi quelli richiesti dal “terzo
pilastro” normativo (es. Attestati di Prestazione Energetica per immobili in garanzia).
Entrambi i livelli prescindono dall’analisi di materialità, ossia non richiedono alle PMI
un’analisi approfondita degli impatti ESG come per le grandi imprese.
Informazioni richieste
Le PMI non devono effettuare una valutazione ESG completa ma devono comunque fornire informazioni considerate rilevanti per gli stakeholder. Sono permesse eccezioni per dati palesemente marginali.
Tra i dati più sensibili richiesti vi sono:
• Gestione dei dipendenti (trattamento contrattuale, salariale, sicurezza).
• Consumi energetici, distinguendo tra rinnovabili e non.
• Emissioni di gas serra espresse in tonnellate di CO₂ eq.
Questi dati diventeranno parte integrante delle richieste di banche, clienti e altri stakeholder.
Impatti sulle PMI
• Maggior trasparenza e uniformità nella raccolta di dati ESG da parte delle banche.
• Minor onere amministrativo, grazie alla standardizzazione dell’informativa.
• Progressiva integrazione della sostenibilità nella gestione aziendale, con
l’abitudine a monitorare e rendicontare dati ESG.
• Possibilità di ottenere condizioni di finanziamento più vantaggiose per le PMI conbuoni parametri ESG.